A Jesolo (Venezia) continua la questione sull’attribuzione di immobili al demanio o a privati. Sono circa duecento, di cui tre quarti sono strutture ricettive.
L’incontro
Nella seconda metà di febbraio l’assessore all’Urbanistica e il rappresentante dell’Associazione jesolana degli albergatori sono andati a Roma per partecipare a un incontro riguardante i confini dell’area del demanio, ridefinita nel 2002 dopo l’attivazione del Sistema Informatico Demaniale (S.I.D.).
Il S.I.D. e la mappa catastale
In occasione dell’attivazione di questo sistema, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva assegnato al C.O.G.I. (Consorzio Generale di Informatica) il compito di fare i rilievi di tutte le coste italiane e, da quest’analisi, supportata dalla verifica della mappa catastale, si era scoperto che alberghi, case e giardini privati e proprietà comunali erano all’interno dell’area del demanio, quindi non avrebbero più potuto essere considerati immobili di proprietà privata.
Numeri e date
La verifica dei rilievi costieri aveva coinvolto:
- 202 immobili, di cui trenta invadevano la vecchia linea del demanio.
- 3141 unità abitative o terreni.
- 1690 persone fisiche.
- 150 strutture ricettive circa.
L’attribuzione di alcune proprietà al demanio aveva già suscitato preoccupazione e conseguenti ricorsi al Tar, con il coinvolgimento anche dell’amministrazione comunale di Jesolo, tanto che il 16 ottobre 2015 il tribunale di Venezia ha emesso una sentenza che stabiliva l’esistenza di tre linee di divisione fra il demanio marittimo (pubblico) e la proprietà privata:
- La prima risale al 1907 e fu tracciata dopo la delimitazione.
- La seconda deriva da una vendita che lo Stato aveva fatto nel 1910, situata più vicino al mare rispetto a quella di tre anni prima e recepita nel 1930 nell’impianto del catasto terreni.
- La terza è all’incirca del 2000 ed è stata tracciata dal C.O.G.I. Questa sembra corrispondere alla prima linea, quindi il tracciamento del 1910 non è stato considerato.
A preoccupare molti proprietari è stata proprio la terza linea del 2000, poiché avrebbe comportato una riduzione della loro proprietà privata a favore di quella del demanio.
La sentenza
Da lì è iniziato un contenzioso, finito con la sentenza del Tar di Venezia, che ha riconosciuto e accettato la domanda di accertamento d’inesistenza di proprietà demaniali sugli immobili in questione.
A questo punto sembra che l’ultimo passo sia il riconoscimento ufficiale da parte dell’Agenzia del Demanio del fatto che è stato commesso un errore e l’accettazione della sentenza del Tribunale di Venezia, che l’ha trovato.
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