‘’Ho tanta fame’’ L’obesità psicologica

Il 20% dei bambini italiani è in sovrappeso e ad alto rischio di obesità, ma i loro genitori non se ne accorgono e li spingono a mangiacre ancora di più per riuscire ad essere ascoltati.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 42milioni di bambini sotto i 5 anni sono in sovrappeso o obesi. In Italia, la fotografia del ministero della salute parla del 20,9% della popolazione infantile in sovrappeso e del 9,8% obeso, con percentuali che si impennano al centro e nel meridione del paese. E’ il risultato di un’errata alimentazione e della diffusione di uno stile di vita sedentario, ma anche l’espressione di un disagio psicologico individuale che, se non affrontato, rende difficoltoso qualsiasi impegno per una dieta sana ed un peso corporeo equilibrato. Perché l’obesità riguarda non solo i bimbi che ne sono affetti, ma anche i loro familiari e l’intera società. Culturalmente, i genitori italiani, le mamme in primis, hanno difficoltà ad accettare di avere un figlio obeso e tendono a negare il problema. Il 40% non li ritiene tale e soltanto il 29% ammette che si alimenta in maniera eccessiva.  E, quando il velo che nasconde l’obesità ai loro occhi cade, restano convinti che il problema si risolverà da solo o quando l’adolescenza spazzerà via le rotondità infantili. Una credenza che, come dimostra una ricerca della Georgia University, è tanto diffusa quanto falsa. Perché (lo ha provato uno studio della Emory University), i bambini obesi già alla scuola materna hanno 5 volte più probabilità di diventare adulti obesi dei loro coetanei normo peso. Con gravi danni sulla salute del corpo (problemi respiratori, al cuore diabete ecc.) e della psiche. Sebbene i genitori spesso ignorino l’eccesso di peso, i bambini obesi sono le vittime predilette dei soprusi dei compagni di scuola già dalla prima elementare, con conseguente perdita di autostima, ansia e aggressività che sempre più li inducono a cercare consolazione nel cibo. 

C’è un collegamento tra rifiuto dei genitori di vedere l’obesità ed i disturbi alimentari di un figlio e la sua fame cosi vorace da apparire inestinguibile. Nella società dell’opuelenza, ai bambini non manca il pane sulla tavola, ma fanno difetto le attenzioni dei genitori. Circondati spesso da adulti immaturi, distratti dagli impegni di lavoro, o dai loro disagi emotivi, i bambini hanno solo nel cibo una consolazione a prova di delusione. Se mamma e papà li ignorano, li trascurano, o non hanno tempo per ascoltarli, nel frigo, merendine, sneck salati e bibite ipercaloriche non mancano mai e offrono un sollievo poco duraturo si, ma immediato. L’invisibilità agli occhi dei grandi induce i piccoli a disinteressarsi del loro corpo e delle conseguenze che il troppo cibo può provocare. Aumentando il proprio peso a dismisura inconsapevolmente sperano prima o poi di diventare visibili alle persone che amano.

Sotto l’adipe, questi bambini nascondono paure e fragilità, bisogno di esistere e di essere ascoltati. Il cibo per loro non è più un piacere o un “vizio”, ma una brutale necessità, cui non possono sottrarsi. I genitori che li accusano di essere ingordi e di non “sapersi trattenere” li feriscono senza aiutarli. A loro servono affetto e ascolto, condivisione del tempo e delle emozioni, a partire dalla tavola dove siedono ogni giorno con tutta la famiglia. Il nutrizionista offrirà suggerimenti su come gestire i pasti, ma solo i genitori, con l’aiuto di uno psicologo e psicoterapeuta, potranno colmare la fame d’amore, ricostruendone, passo dopo passo, autostima, amor proprio e indipendenza. Il suggerimento per i genitori con figli in sovrappeso è, dunque: non indugiate perché non è solo una questione di chili di troppo ed esigenze estetiche ma di sofferenza psichica profonda. 

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