Video musicali: quali sono stati censurati e perché

 

Da che è entrata a far parte della vita dell’uomo, oltre divertire e rilassare, la musica è anche stata provocazione: nudità, violenza, blasfemia e satira portata allo stremo. Sono sostanzialmente queste le ragioni che ieri come oggi spingono i media a censurare la messa in onda di alcuni video musicali.
Kinks – Come non ricordare ad esempio lo scandalo suscitato dai Kinks con il video Dead End Street: dotata di humor alquanto grottesco, la band inglese diffonde un video che suscita grande scandalo nell’Inghilterra del 1966.
Nella clip, i componenti del gruppo vestono i panni dei becchini e per le vie della città portano a spasso una bara. Ad un certo punto il morto scappa fuori, suscitando sdegno e paura negli animi dei fratelli Davies.
La BBC reputa il video un po’ troppo fuori dalle righe: si tratta del primo episodio di censura di cui è vittima un video pop.
Madonna – Ma anche Madonna, indiscussa regina del pop, ha costruito tutta la sua carriera sul binomio musica e provocazione. In What It Feels Like for a Girl, ad esempio, la Ciccone mette in mostra crudi atti di criminalità che trovano il loro epilogo in un incidente suicida.
MTV e VH1 rifiutano la pellicola: scene considerate troppo dure per un pubblico di inizio anni ’90.
Così come anche il suo Like a prayer, video musicale che le ha fatto perdere il ruolo di testimonial affidatole da Pepsi. Nel filmato appaiono crocefissi che prendono fuoco, stigmate e statue di Santi che si improvvisano in scene sessuali, trascinando la provocazione al suo apice massimo.
Tra sacrilegio, blasfemia ed eresia, i cristiani non vedono più di buon occhio Madonna.
Robin Thicke – La donna oggetto, argomento sempre piuttosto caro al gentil sesso. Questione, che è stata ripresa nel video Blurred Lines di Robin Thicke. Nella clip, il cantante è circondato da numerose modelle in topless che tra una smorfia e una mossa mirata danno il meglio di sé in quanto a sensualità femminile.
Ad averlo censurato è stato proprio YouTube, evidentemente convinto del fatto che parità dei sessi ed un uso commerciale del proprio corpo siano due questioni diametralmente opposte.
Lady Gaga – E quando si parla di scandalo, si può forse pensare di non incappare in Lady Gaga? Sulla nota popstar sono piovute critiche, censure ed ultimatum per via di un suo video shock.
Parliamo di Judas, clip musicale in cui Gaga interpreta Maria Maddalena e nella quale viene improvvisato una sorta di menage-a-trois con Gesù e Giuda. Associazioni cattoliche e credenti non hanno gradito: l’accusa è di blasfemia.
TaTu – Prostye dvizhen’ya e All About Us: sono questi i due principali video delle TaTu che hanno trovato qualche ostacolo nella loro pubblicazione integrale. Il duo di ragazzine russe che tanto hanno fatto discutere nel corso dei primi anni 2000, soprattutto per le loro provocazioni palesemente votate ai rapporti lesbo, è riuscito a sollevare un polverone anche solo grazie a questi due video.
Se la prima clip mette in mostra scene di autoerotismo, la seconda ha a che fare con passaggi sessuali, violenza sulle donne e omicidio nella sua più fredda accezione.

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